“As Piscinas”

“As Piscinas”

Le vasche basaltiche di Golgo non lontane dalla chiesa e dalla voragine, nelle quali l’acqua piovana ristagna tutto l’anno, sono chiamate dai baunesi “As piscinas” (“le piscine”). Secondo gli studiosi si tratta di conche naturali modificate nella forma dai Nuragici in modo da poter essere sfruttate durante le procedure di lavorazione dei metalli. Non è da escludere, inoltre, che la località, per la presenza dell’acqua tutto l’anno, sia stata sede per lungo tempo anche di particolari culti di tipo magico – animistico.

Il fatto che il sito abbia avuto un importanza religiosa in epoche antichissime è confermato anche dalla presenza, nelle vicinanze de “As Piscinas”, di un “circolo megalitico”, una struttura costituita da una serie di rocce conficcate verticalmente in modo da creare un cerchio. Secondo gli archeologi, circoli megalitici come quello di Golgo sono dei particolari monumenti funerari, risalenti ad un’epoca addirittura precedente a quella nuragica. In tempi più recenti la zona de “As Piscinas” è stata molto importante soprattutto perché queste singolari vasche rappresentano un’apprezzabile riserva d’acqua durante la stagione estiva, anche perché in un territorio calcareo come quello baunese, praticamente privo di sorgenti a cielo aperto, anche le più piccole quantità di acqua potabile risultano sempre preziosissime.

Questa particolare situazione idrogeologica ha costretto i pastori a sviluppare competenze specifiche nella realizzazione di piccole vasche di raccolta dell’acqua piovana, di solito ricavate adattando le intercapedini stesse della roccia calcarea. Quando un pastore individuava una di queste intercapedini in una posizione adatta, per pendenza e caratteristiche delle rocce circostanti, a raccogliere l’acqua piovana procedeva all’otturazione, con pietrame di varie dimensioni, delle eventuali fessure che altrimenti, se non adeguatamente trattate, avrebbero impedito la stagnazione del prezioso liquido. Queste particolarissime vasche, che a Baunei prendono il nome di “pressos”, permettevano ai pastori e ai loro animali di affrontare l’aridità della stagione estiva. Solitamente “us pressos” venivano coperti con rami di ginepro, sia per evitare l’evaporazione dell’acqua, sia per scongiurare la caduta di animali nella pozza. Una costante e adeguata manutenzione ha permesso a tanti “pressos” del Supramonte di arrivare integri ai giorni nostri, e di essere tuttora funzionali alle esigenze dei pastori che ancora frequentano queste montagne.

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