Nuraghe “Sollùli”

Nuraghe “Sollùli”

Nell’altopiano di “Margine”, ad una ventina di chilometri da Baunei, si trovano alcuni dei monumenti nuragici più importanti del territorio baunese. Uno dei più interessanti, e più facilmente raggiungibili, è quello che si erge in località “Sollùli”. Si tratta di un nuraghe di tipo complesso, “a tholos”. Con la definizione di “nuraghe a tholos” gli archeologi si riferiscono ai nuraghi costruiti a “falsa volta”, ottenuta dal progressivo restringersi dei filari delle pietre (tipologia costruttiva che rende le pareti progressivamente aggettanti, fatto per cui la costruzione si presenta con una sezione ogivale).

Il nuraghe di Solluli si trova all’ingresso di una valle, che per la sua particolare posizione geografica (protetta ad est dalla punta “S’Abbadorgiu” e chiusa ad ovest dalla catena di “Serra Oseli”) e per la presenza di varie fonti perenni, ha favorito il sorgere di insediamenti umani sin dalla notte dei tempi. Non a caso a “Margine” sono stati ritrovati reperti risalenti all’ età del Bronzo e del Ferro, riferibili alla civiltà nuragica. E non a caso a “Margine” si trova una fonte nuragica, in località “Lattalài”, vicino “Sollùli”, dove si può osservare, ancora intatta, una canaletta scolpita nella roccia, lunga più di un metro, che raccoglie l’acqua che sgorga dalla sorgente. Per arrivare al nuraghe “Sollùli”, partendo da Baunei, bisogna percorrere la SS 125 verso nord, in direzione Dorgali, sino al km 164, 500 (poco prima di “Genna Salbène”) e poi prendere la sterrata sulla destra: dopo circa 2 km i resti del nuraghe, interamente in granito, si stagliano su una collinetta a sinistra della strada, in posizione dominante sulle zone limitrofe. Dalla sommità del nuraghe, tra l’altro, è chiaramente visibile la punta di “Monte Scoìne”, la montagna che domina il centro abitato di Santa Maria Navarrese.

Nonostante i crolli succedutisi nel tempo sono ancora visibili le torri unite da bastioni murari. La torre principale, di forma tronco-conica, presenta un corpo aggiunto formato da un cortile e una torretta, e altre strutture aggiunte di cui restano tratti murari a cortine murarie di recinzione o terrazzamento. Le dimensioni della struttura rivelano che si trattava di una sorta di fortezza, in grado, grazie alla sua posizione strategica, di controllare la porta d’ingresso all’altopiano di Margine. La particolare conformazione orografica della zona spinge le acque delle sorgenti a confluire al centro della piana, dove ristagnano, dando vita ad un vero e proprio acquitrino, in una zona che per questo motivo in sardo prende il nome di “Sa Paùle” (“la palude”).

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