Isolotto d’Ogliastra

Isolotto d’Ogliastra

“L’Isolotto d’Ogliastra” fa parte del territorio comunale di Lotzorai, ma la sua posizione al centro del Golfo di Arbatax, proprio di fronte a S. Maria Navarrese, da cui dista poco meno di  un miglio, rende ancora più incantevole lo specchio d’acqua antistante la spiaggia Centrale della frazione baunese. Il complesso di granito porfirico dell’Isolotto, che si estende per circa 10 ettari, è composto in realtà da un isolotto vero e proprio, alto 47 metri (dove si trova la statua della “Madonna D’Ogliastra”, opera dello scultore Pinuccio Sciola) e da due grossi scogli staccati dal corpo principale. La statua della Madonna d’Ogliastra è meta ogni anno, nel mese di luglio, di un suggestivo pellegrinaggio, con i fedeli che raggiungono l’Isolotto a bordo dei barconi che salpano, in processione, dal porto di S. Maria. Frequentato sin dall’epoca fenicio-punica, come testimonia il rinvenimento di alcuni frammenti di ceramica databili intorno al IV secolo a. C., l’Isolotto è sempre stato un riparo molto utile per i naviganti, in un tratto di costa dove fino all’inizio dei lavori di realizzazione del porto di Arbatax (anno 1881) non esisteva un vero e proprio attracco con banchine e bracci frangiflutti. L’Isolotto era talmente conosciuto e frequentato da chi navigava lungo la costa orientale che qualche anno prima del 1881, si tentò perfino di costruirvi un porto commerciale. Il progetto, finanziato dal Ministero dei Lavori Pubblici, prevedeva l’unione dei due isolotti più grandi con una scogliera artificiale (da realizzarsi utilizzando come materiale da costruzione il granito dell’Isolotto stesso). Il cantiere fu aperto nel 1863, e si racconta che durante questi lavori un operaio abbia trovato nascosto tra le rocce un tesoro consistente in circa 600 zecchini d’oro. Secondo i programmi dei tecnici del Ministero, una volta conclusa la prima parte dei lavori bisognava costruire due moli di attracco: le mareggiate invernali che in pochi giorni erano capaci di vanificare il lavoro di settimane, rallentarono però l’attuazione di questo singolare progetto, che venne definitivamente abbandonato quando lo stesso Ministero dei Lavori Pubblici decise di finanziare la costruzione del porto di Arbatax. Residuo tuttora visibile del cantiere dell’Ottocento è la casetta in muratura che si trova nell’Isolotto più grande. L’edificio, a quanto risulta da un “Rapporto dell’ispettore del Genio Civile intorno ai lavori del porto di Tortolì”, datato 17 aprile 1866, era “uno dei due casotti per gli assistenti” (l’altro era ad Arbatax) costruiti in occasione dei lavori finalizzati al potenziamento delle capacità ricettive della costa centro orientale dell’Ogliastra.

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