Atlantide
Sa Costa ‘e s’aidu (parete est) – Baunei
Testo di Maurizio Oviglia
Non sono molte le vie plaisir in Sardegna, meno ancora quelle chiodate stile falesia, anche se è una via lunga. Se poi la cerchiamo molto lunga, tra le più lunghe dell’isola… e magari con vistammare… allora probabilmente ci bastano le dita di una mano per contarle o forse solo un dito. Eccola, Atlantide è nata per sopperire a questa “mancanza”, alla sempre maggiore richiesta di vie ben spittate (leggi uno spit ogni due o tre metri al massimo) e su difficoltà accettabili. Ma le scogliere di Baunei, che come si sa sono tra le più alte del Mediterraneo, spesso non si prestano alle vie facili. Difficile collegare i tratti appoggiati senza finire sulle cenge invase da irta quanto profumata macchia mediterranea, ancor più arduo è non incappare in quel muretto che ti fa salire la difficoltà oltre il 6c, obbligandoti a mettere i chiodi a 30 cm l’uno dall’altro per permettere a tutti di salire. No, questo non l’ho mai fatto e non volevo farlo neanche questa volta, piuttosto avrei cambiato tracciato strada facendo. Si avremmo deciso una volta lì, perchè volevo anche salire dal basso, come tradizione alpinistica vuole e non calarmi dall’alto o fare altri pasticci. Devo ammetterlo: aprire Atlantide è stata una vera impresa, non per la difficoltà ma per la mole di lavoro che ci siamo sobbarcati in pulizia e disgaggio: ben 10 giorni di duro lavoro, dal mattino alla sera, in cui rientravamo completamente ricoperti di terra, pulci, zecche ed altre amenità estive. E c’era solo un uomo che poteva aiutarmi in quest’impresa, il 75 enne di vero acciaio (o ginepro se preferite) sardo, che ha continuato a pulire e a ritornare anche quando io non ce la facevo più. Bastaaaaa! La via è stata ripetuta già varie volte ancor prima di esser finita e ora pubblicata. Non è bellissima, ne esistono sicuramente di più belle, non è difficile almeno sino al nono tiro, ma è chiodata a “prova di coniglio” (così scrivono) ed il panorama che si gode sulla costa e sul mare cristallino è fantastico.
Lui adesso vive ad Atlantide/con un cappello pieno di ricordi
ha la faccia di uno che ha capito/ e anche un principio di tristezza in fondo all’anima
nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata/ e a volte ritiene di essere un eroe
È un verso di una canzone che mi martellava la testa nelle lunghe attese alle soste, mentre Fabio puliva e disgaggiava. Chissà perché, qualche ragione ci sarà pure, forse anche una dedica…
Relazione
1L: seguire un diedrino poi bel muretto di buona roccia. Si finisce per facili gradoni alla S1, 45m (5a)
2L: per facili gradini e paretine con un ultimo passaggio più impegnativo, S2 25m (4c)
3L: traversare con attenzione il catino (se ci sono cordate sotto) e salire una bella e lunga placca, S3, 50m (5b)
4L: per facili gradoni, quindi per fessure e un leggero traverso a destra, S4, 35m (5a)
5L: ora la parete si raddrizza. Per parete lavorata, diedrino da fare in spaccata e placca di bella roccia, S5, 30m (5c+)
6L: a sinistra ristabilirsi su una placca con difficile passaggio, quindi su una cengia. Per parete articolata alla S6, 45m (5c+)
7L: in diagonale a destra per bella rocca, S7 facoltativa, 30m, (5a)
8L: in verticale e poi con difficile traversino finale a destra, S8, 20m (6a)
9L: a destra quindi su una bella parete di roccia grigia che rasenta un diedro, S9 su cengia, 40m (6a)
10L: a destra montando su un ginepro e salendo una parete decisamente verticale. Un breve tratto di roccia non molto sana precede la S10, 25m (6a+)
11L: a destra in un diedro e poi un secondo, molto bello. Uscire sulla placca a sinistra eventualmente aiutandosi con i rami di un albero, S11, 25m (6a+)
12L: per una bella e lunga placca a gocce in cima, S12, 30m (6a)
Discesa in 9 doppie. Possibile discesa a piedi ma impegnativa e lunga per le creste di Punta Su Mulone e Cuccuru Mannu (1,30 ore sino alla strada sterrata, poi ulteriore 0,30 ore al paese di Baunei … ma la macchina è a Pedra Longa!)
Consigli utili: in estate attaccare la via non prima delle 13 e considerare almeno 1,30h di doppie. Copertura cellulare ottima.
Riparata dal maestrale. Gli arrampicatori al di sopra delle difficoltà possono scalare i primi tiri anche con scarpe da avvicinamento e mettere le scarpette dal quinto tiro in poi. Pur essendo una via sportiva chiodata ravvicinata è necessaria un minimo di preparazione alpinistica che consenta di non andare fuori via su tratti non disgaggiati, conoscenza minima delle manovre di soccorso e delle corde doppie.